Di nuovo a New York dopo due giorni di interruzione dei trasporti. Nel mio quartiere manca ancora la corrente, ma tutto sommato l’uragano è passato di striscio, mentre dormivamo, e sono stati per noi solo due giorni di brutto tempo. Domenica sono andata alla Messa in spagnolo alle 12,30, non pioveva; la Messa era concelebrata da tre sacerdoti e sono stati amministrati tre battesimi. Prima della Messa abbiamo detto un’Ave Maria e il liturgista ci ha invitati ad abbracciarci per essere tutti sani e salvi. Le case non hanno subito danni, nemmeno vetri rotti. Mi aspettavo degli allagamenti invece non ci sono stati per fortuna, solo una parte del parco era allagata ma nel corso della domenica l’acqua si è ritirata; solo molti arbusti e rami spezzati, ramoscelli e foglie dappertutto, perché lì tutti i viali sono alberati e ci sono alberi in tutti i giardini. Avevamo comunque il gas quindi potevamo cucinare. La serata di domenica l’abbiamo passata tutti e otto attorno a un tavolo con delle candele accese. Le due coppie che alloggiano nella dependance e al piano superiore si sono trasferite nella tavernetta perché si sentivano più al sicuro, per questo eravamo tutti insieme. Un effetto positivo per me di questa dis-avventura è che ho mangiato due giorni a casa quindi non ho speso niente.
Non sono andata a vedere i danni sulle coste, ho preferito venire nella Midtown. La città sembra attonita, e dimezzata: metà della gente alla stazione, per strada, nei negozi, sui mezzi, pochi bambini e pochissimi gay. I venditori per strada ci mettono tanta buona volontà ma innegabilmente la gente ha un’aria un po’ spaurita; non c’è quell’atmosfera alacre e dinamica come sempre. Purtroppo non posso fare foto perché ho la memoria del cellulare piena.
Sono tornata a Bryant Park, nei luoghi che mi sono piaciuti di più, anche se ci sono dei posti che ancora non ho visitato. Nel parco oggi non ci sono spettacoli, non c’è il palco, e sul grande prato solo qualche persona sparsa a prendere il sole (la temperatura comunque si è un po’ abbassata). Sembra tutto come prima, ma se guardi bene vedi tante foglie e ramoscelli per terra, e parecchie sedie e tavolini con uno strato di fango seccato sopra (molti sono stati già ripuliti). Dalla parte dei bambini, dove c’è “Le carrousel”, la giostra con i cavallini, è tutto un po’ in disordine e lo scaffale dove l’altra volta c’erano quei bei libri colorati, adesso è vuoto; i bambini stanno seduti lì vicino con un’aria sconsolata.
Sono tornata anche nella New York Public Library, ma questa volta non voglio restare solo nella Wi-Fi Reading Room, voglio anche tornare e sostare un po’ nella sala grande, dove vanno quelli che studiano sui libri della biblioteca, con le pareti altissime piene di libri, tutte di legno, e il ballatoio che corre a metà altezza. Sono passata per Times Square, ci sono tutti i cartelloni accesi come sempre, li ho visti così anche alla tv, in diretta, alla mezzanotte tra sabato e domenica, sotto la pioggia sferzante. È giù per strada che la gente si aggira un po’ riluttante.
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