Ieri mattina sono andata a vedere il fiume Hudson; alle 10 ancora c’era una certa brezza, infatti la gente faceva jogging, andava in bici o sui pattini. Non è che si può andare sulla riva del fiume, c’è l’Hudson River Park, quello che per noi è il lungotevere o il lungarno, ma più attrezzato. Ho percorso la 14th strada fino al fiume, al Pier 54 (Molo 54); da lì sono risalita verso i Chelsea Piers (59, 60 e 61), tre moli molto frequentati perché ci sono campi sportivi, palestre e ovviamente vari luoghi di ristoro.
Foto che ho scattato lungo il fiume:
Ho completato il mio giro di Chelsea, niente di particolarmente interessante; volevo anche vedere una chiesa episcopale del 1850 segnata sulla guida, Church of the Holy Communion, ma con sorpresa dentro la chiesa, sconsacrata, ho trovato invece un centro commerciale (Limelight Marketplace), non con i negozi ma con degli angoli, diciamo così, dove si vendevano principalmente abitini di moda giovane, ma anche libri, stoviglie, tutto di stile, e in vari angoli c’erano locali per mangiare. La chiesa è stata completamente ristrutturata, ci sono le scale per salire al piano superiore, ma sono state lasciate le vetrate; la croce sopra di solito non c’è nelle chiese protestanti. Tutto l’ambiente ha un’aria vagamente gay, e non mancano ovviamente i riferimenti blasfemi, come il Crossbar (il bar della croce) o il Cana Wine Bar. Vedere quello scempio non mi ha meravigliato più di tanto, ma certo è un’amarezza.
Foto che ho scattato lungo il fiume:
Ho completato il mio giro di Chelsea, niente di particolarmente interessante; volevo anche vedere una chiesa episcopale del 1850 segnata sulla guida, Church of the Holy Communion, ma con sorpresa dentro la chiesa, sconsacrata, ho trovato invece un centro commerciale (Limelight Marketplace), non con i negozi ma con degli angoli, diciamo così, dove si vendevano principalmente abitini di moda giovane, ma anche libri, stoviglie, tutto di stile, e in vari angoli c’erano locali per mangiare. La chiesa è stata completamente ristrutturata, ci sono le scale per salire al piano superiore, ma sono state lasciate le vetrate; la croce sopra di solito non c’è nelle chiese protestanti. Tutto l’ambiente ha un’aria vagamente gay, e non mancano ovviamente i riferimenti blasfemi, come il Crossbar (il bar della croce) o il Cana Wine Bar. Vedere quello scempio non mi ha meravigliato più di tanto, ma certo è un’amarezza.
Dopo sono andata al quartiere finanziario, una serie di palazzoni perlopiù dell’800, tutte banche e finanziarie. Wall Street è una strada abbastanza corta e non si direbbe così famosa, se non fosse per la New York Stock Exchange, la Borsa, di cui sentiamo parlare continuamente. Della Borsa non si vede niente, non ci si può nemmeno avvicinare, i marciapiedi sono transennati e sorvegliati; immagino che gli operatori di borsa abbiano un tesserino per entrare.
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| La Borsa di New York |
Il quartiere comprende anche altre strade, l’Exchange Place, Liberty Street, Broad Street, Nassau Street, Pine Street…) e un pezzetto di Broadway (Broadway è lunga quasi 20 km). È un luogo molto austero, con pochi negozi e una quantità strabordante di chioschetti che vendono cibo e bevande per la strada, che a New York sono molto frequenti. Rispetto alla Midtown qui ci sono pochi bei locali dove mangiare a un prezzo abbordabile. Per sedermi ho pranzato in un locale kosher che si chiama Milk Street Cafè, ma non mi sono trovata benissimo, perché non ti puoi servire da solo e qui quando ti fanno le porzioni sono praticamente doppie rispetto a quelle italiane; ho preso del chili e un sandwich che mi hanno preparato loro, enorme, incastrato alla bell’e meglio in uno scatolino tipo quelli di McDonald’s, che francamente non avrei saputo come mangiare in maniera civile, infatti me lo sono portato a casa. Ho pagato l’assurda cifra di più di 18 $, ma mi basterà per vari pasti. C’erano comunque anche qui i settori gastronomici, è un locale molto signorile, frequentato dagli impiegati della City. Ma io non mi sono trovata a mio agio, i divani erano scomodi e non c’era il wi-fi, me ne sono andata velocemente. C’era una targa che spiegava che tutti i cibi erano in linea con le prescrizioni che devono seguire gli ebrei; in questo quartiere lavorano quasi tutti ebrei, si riconoscono dalla kippah. In genere dovunque sono stata a New York ho visto uomini con la kippah, anche in metropolitana.
Da Wall Street si ha la visione abbastanza sconcertante, in quel luogo, della facciata e della guglia della Trinity Church, che ha accolto anche la Regina Elisabetta e che miracolosamente non ha riportato alcun danno l’11 settembre; le Torri Gemelle sorgevano poco distante da qui. Devo dire che anche questa è una piccola oasi di pace nel luogo del dio denaro; tutto il giardino è disseminato di tombe e in mezzo ci sono le panchine con la gente che chiacchiera; lungo il perimetro ci sono tavoli e sedie dove la gente si porta il pranzo e mangia tranquillamente.
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| La Trinity Church vista da Wall Street |





